Ciao a tutti, mi chiamo Roberta e sono un'insegnante di scuola secondaria e la cosa  che più mi piace fare è immaginare e vivere un viaggio. La prima è una passione nata insieme a me, mentre la seconda è arrivata tardi, verso i trent'anni, quando ero gia mamma di tre bimbi piccoli : Gabriele, Giulia e Giorgia, oggi ormai adulti e viaggiatori. Dal 2013 collaboro come  consulente nel settore viaggi  e scrivo articoli per riviste online e il mio intento è  quello di continuare a scoprire parti di  mondo più da viaggiatrice che da turista  e di condividere questa passione per essere d’aiuto a chi intende cominciare a muoversi anche fuori dai circuiti convenzionali. Mi piace immaginare viaggi che scoprano la magia dei luoghi dal suo interno, guardando il più possibile con lo sguardo di chi ci vive, scorribande non convenzionali e fuori dagli itinerari standard tra i continenti, a partire dall'America del Nord fino all'Australia , attraverso l'Asia e l'Africa. La nostra vecchia Europa da Nord a Sud e da Est a Ovest con le sue inimitabili città, la sua gente e il suo mare. E poi la smisurata passione per le navi che ci ha portati a collezionare ormai una trentina di  crociere scovate sempre al prezzo più conveniente, dal Mar Mediterraneo ai Mar dei Caraibi. Impossibile dire cosa abbiamo amato di più ma di certo è un sentimento che ogni volta ci porta a tornare con l'unico obiettivo di ripartire. . I viaggi sono davvero tanti e ognuno di essi ha lasciato un segno profondo, sono stati viaggi attraverso luoghi, emozioni e cambiamenti e dai quali  qualcuno è tornato davvero più "ricco". Su tutti penso al viaggio in Vietnam della mia cara amica Cristina che ha sempre avuto nel cuore questo luogo affascinante  e che nella primavera del  2018, dopo averci fortemente creduto, è tornata dal suo viaggio della vita con un figlio in più. Così, anche se in perenne lotta col tempo e con le 1000 cose da fare ogni giorno tra lavoro e famiglia a tratti distribuita su più continenti, in qualche modo ho iniziato  a scrivere le mie narrazioni e le immagino in equilibrio tra il raccontare le esperienze vissute e il fornire indicazioni utili a chi vorrà prendere spunto.

Mi piace anche pensare che, insegnando Geografia a scuola, sia questo un mezzo, uno stimolo per aprire la mente dei ragazzi verso paesi e culture diverse, un invito a scoprire i continenti attraverso il viaggio, a partire dalla sua programmazione ; un viaggio virtuale che magari poi diventerà anche reale. Così io ho cominciato il mio viaggio e, come sempre nel gran movimento di idee che fa nascere un  nuovo progetto, ho faticato un po’ a trovare  l’inizio. Sarà un viaggio a ritroso , comincerò dall’ultimo, quello che ha portato me e le mie figlie in Australia e che ha un po’ cambiato le nostre vite perché ci ha ricordato che i sogni come i viaggi si realizzano, basta crederci . Se avete ancora voglia di leggere, qui trovate  il racconto semiserio di come siamo finite nella terra dei canguri. 

AUSTRALIA  Un viaggio sognato da tempo e poi nato d’improvviso Giulia ha scelto di festeggiare i suoi 20 anni con un periodo di 6 mesi …in Australia. “Mamma ho pensato stanotte che voglio prendermi un periodo di stop dall’università e lavorare come www.aupairworld.com/it, stamattina mi sono iscritta al sito che propone offerte di lavoro e ho già scelto la famiglia, ovviamente al mare, ci siamo sentiti in videochiamata ed è fatta! Dove? Nell’unico continente che ancora mi manca!” Wow, neanche il tempo di realizzare e da quel momento un turbinio di preparativi: volo, visto, valigie, regali per la nuova famiglia, aeroporto, saluti, lacrimuccia. E poi per 4 mesi di videochiamate e di foto dal mare cristallino, spiagge assolate, natura, animali, abbronzatura, sogni. No, qui non ce la possiamo fare tra temperature polari, siccità, cappotti, pallidezza. Ok, si va, giusto il tempo di monitorare per alcuni giorno il costo dei voli, l’unica nota dolente, ma partiamo a ridosso del Natale e non c’è scampo. Si ammortizza il costo e si rientra nel budget prevedendo i soggiorni in ostello, camere private con bagno ,ovvio, non ho più l’età per il dormitorio. Chi si aggiunge a me e Giorgia? Michela, la mia carissima collega prof che decide anche lei in 4 e quattr’otto. Così si fa! E in men che non si dica arriva la vigilia di Natale e si parte!!!! Notte di Natale a Dubai . Nel breve stop over rapido giro per vedere/rivedere il Burj Khalifa  vestito a festa  e si riparte per le restanti 11 ore di volo.

Atterriamo a Perth dopo 24 ore totali, neanche troppo frastornate e talmente contente di essere “down under” che quasi non sentiamo la stanchezza. Il famigerato customs australiano noto ai fans di Airport Security si rivela abbastanza innocuo. Solo una fermata per dichiarare il cibo e la quasi scontata battuta “Ma come arrivate dall’Italia e non avete neanche una salamella o una soppressata”. La nostra risposta non ammette repliche : “We are vegan!” . Fuori i 30° e il vento caldo ci confondono più del jet lag ma l’abbraccio di Giulia rimette tutto in sesto. Abbiamo fatto 30 e facciamo 31: volo Perth-Sydney, compagnia low cost, assolutamente degna di tale nome: le ginocchia del passeggero dietro di me si fanno sentire per tutte le 4 ore e mezza. Ma ne vale la pena, ho la fissa di Sydney da sempre e nel pianificare il viaggio ho voluto metterla in pole-position …ho fatto bene. Fuori dall’aeroporto i taxisti non hanno voglia di lavorare e vedendo le nostre valigie, non propriamente dei bagagli a mano, tergiversano. Grazie, è stato un piacere, non ci scalfite neanche un po’, Giulia è prontissima con l’app di Uber e nel giro di 5 minuti arriva la prima bellissima sorpresa di Sydney : Antonietta Franca, sorriso dolce, gentilezza e forza nell’aiutarci a caricare i bagagli. Nei 20 minuti di tragitto fino al Marriott Sydney Harbour ci culla col suo italiano dall’accento marchigiano raccontandoci i suoi quasi 50 anni di vita in Australia inframmezzati da brevi periodi in Italia. Ovviamente, prendiamo nota dei suoi suggerimenti inside Sydney e salutiamo la nostra Missis Uber davanti all’imponente Marriott Sydney Harbour, letteralmente a due passi dal magnifico Circular Quay. Nel programma iniziale per le nostre 3 notti sulla east coast c’era il Sydney Harbour YHA, ostello di tutto rispetto, ma un paio di giorni prima della partenza il Marriott ha più che dimezzato il suo prezzo e così abbiamo cambiato. Questo è il vantaggio di prenotare hotel cancellabili gratuitamente fino a poche ore prima della partenza. Una veloce sistemata alle valigie e nel pomeriggio la prima passeggiata mozzafiato a Circular Quay con l’iconico Harbour Bridge e la sorprendente Opera House, ben più grande delle mie aspettative. Su una banchina del porto, dietro la folla natalizia,  ci strizza l’occhio Carnival Legend in partenza per New Zealand…sei nei miei obiettivi, ci rivedremo presto. La serata estiva si scalda ulteriormente nei mille locali del Quay tra aperitivi e musica. E poi lei si tinge di rosa e di giallo in un meraviglioso e indimenticabile tramonto. Abbiamo sulle spalle 2 notti in bianco e alle 7 ore iniziali di fuso ne abbiamo aggiunte altre 3, meglio provare a dormire un po’... Benvenuti a Sydney! Cosa c’è di meglio per conoscere la città di un primo giro nei posti sognati da sempre? Ancora meglio se è gratis! Il tour si chiama “I’m free walking tour”.  Inizia di fronte al municipio e comprende tutte le attrazioni principali di questa città come: Sydney Opera House, l’Harbour Bridge, The Rock’s District, St Mary’s Cathedral , Customs House, Queen Victoria Building, Pitt St Shopping Mall, Sydney Tower, St Andrew’s Cathedral, Australia Square e così via. Approfittate delle guide del tour per chiedere a dei veri locali tutto quello che avreste sempre voluto sapere sulla città! La mia guida, ad esempio, mi ha suggerito i migliori mercati da visitare in città e i posti migliori dove mangiare. Ovviamente il tour non è gratis, ma è necessario riconoscere alla guida un compenso pari al valore che voi attribuite al tour. I tour termina al Circular Quay, nel quartiere “The Rocks”. Alla fine del tour è possibile sedersi sotto l’Harbour Bridge per rilassarsi guardando i traghetti che passano. Si fa l'ora di pranzo e non possiamo perdere il Fish market dove puoi trovare una vasta selezione di pesce freschissimo fritto sul momento : una tappa immancabile a Sydney. È possibile decidere se mangiare all’interno o all’esterno del mercato. La vista sul porto che si ha all’esterno è stupenda. Tuttavia ricorda che se decidi di mangiare all’aperto dovrai condividere il tuo tavolo con tonnellate di gabbiani in lotta per ottenere il tuo cibo. Dopo pranzo immancabile scalata e passeggiata sull'Harbour Bridge con vista mozzafiato sulla città e sulle splendide navi da crociera in partenza per New Zealand e poi di corsa al molo per l'imbarco sul traghetto al  Wharf 3 : 30 minuti lungo i quali si costeggia l'Opera House e lo splendido Botanic Garden e poi l'arrivo alla Quarantine station, la stazione di Manly Beach. Per raggiungere la spiaggia bisogna attraversare “The Corso”, una striscia pedonale piena di negozi e caffè, dove le palme sporgono dal marciapiede e si protendono verso il cielo. Alla fine del Corso spunta la spiaggia, non troppo grande ma l'ideale per il primo tuffo australiano. Un po' di sole sul prato e si rientra giusto in tempo per godersi il tramonto dietro L'Opera House e per prendersi un posto per l'aperitivo vista Harbour Bridge . La serata estiva si anima all'inverosimile tra musica e luci. Anche il giorno successivo il Big Bus non ci delude. Mezza giornata su e giù tra le principali attrazioni, musei , piazze e palazzi. Tra sole e vento, salite e discese finalmente arriva Bondi Beach Stop! Il quartiere  e la Campbell Parade sono  affollatissimi di negozi  ristoranti stile Riviera Romagnola, wow! Attraversiamo e dall'altra parte una gran distesa di erba verdissima sulla quale si appoggia la spiaggia , una mezzaluna rosa,  enorme e affollata incorniciata da un lunghissimo murales: le tavole da surf brulicano e all'orizzonte le onde promettono molto bene. Corsetta e siamo pronte per il tuffo nell'Oceano Pacifico, acqua freddina ma ne vale la pena.  Ma Bondi riserva altre sorprese, come la passeggiata verso l’Icebergs Club dove si trova la famosa piscina sull’oceano, una delle piscina piu fighe al mondo. Proseguendo, tranquillamente in ciabattine, ci si ritrova fra le mastodontiche rocce scavate dal vento e dall’acqua. A sinistra il mare e a destra distese di verde tra fiori australiani, rocce e uccelli coloratissimi : panorama mozzafiato. Dopo una serie di scalini la prima spiaggia che si incontra è la Tamarama Beach e poi subito dopo la bellissima Bronte Beach, una delle spiagge piu sicure dove fare il bagno senza il terrore degli squali, perchè a destra della spiaggia c’è  una piccola insenatura protetta dalle onde. Qui è d'obbligo aspettare il tramonto mangiando fish and chips e bevendo birra ghiacciata.  Si rientra per una rapida doccia al Marriott e poi di corsa a The Rocks, il quartiere tutto British che per fortuna dista solo il tempo di una breve passeggiata. Siamo nella zona più antica di Sydney,  case in arenaria e pub storici in cui infilarsi per un cocktail e un concertino con  vista sull’Harbour Bridge.  Dopo due giorni di città decidiamo di dedicarci un po' alla splendida wildlife con escursione alle Blue Mountains. Si comincia con una visita al pluripremiato Featherdale Wildlife Park. Osserviamo da vicino per la prima volta la fauna selvatica australiana: scattiamo foto e siamo vicinissime a koala, canguri, wallaby ma non siamo felici. Pur essendo "liberi" gli animali sono all'interno di strutture e circuiti, noi vorremmo vederli in libertà. La natura vera ci aspetta però appena avvistiamo dal bus le imponenti montagne blu (sfumatura della vegetazione), qui possiamo fare trekking all'interno di questo parco nazionale dichiarato patrimonio dell'umanità, gooderci il panorama dai punti di osservazione, ammirare una stupenda cascata e rimanere a bocca aperta di fronte alla famosa formazione rocciosa delle Tre Sorelle, teatro di antiche leggende aborigene. Ormai belle stanche, torniamo alla base con la Scenic Railway, trenino che scende a precipizio facendoci sbattere di qua e di là. 

Dopo 4 fantastici giorni a Est si rivola sulla West Coast. Perth, piccola ma deliziosa nel suo ergersi a città moderna con i pochi grattacieli che svettano lungo Elisabeth Quay, zona ricca di parchi e locali.  Prendiamo autobus gratuito chiamato CAT (Central Area Transit) e ci godiamo tranquillamente alcune tappe : il  centro cittadino per ammirare gratuitamente l'arte aborigena alla Art Gallery e visitare gratuitamente le mostre all'avanguardia  e il Perth Mint che ospita la collezione di pepite d'oro più grande d'Australia. Dopo pausa shopping e pranzo nella moderna Northbridge ci dirigiamo a Kings Park, uno dei parchi cittadini più grandi del mondo, che offre splendide viste sullo Swan River e sullo skyline della città. Ammiriamo  i fiori selvatici, passeggiamo lungo la Federation Walkway e arriviamo fino alla caratteristica Blue Boat House, la casa galleggiante diventata famosissima per l’hashtag su Instagram. Ci rimane giusto il tempo per una spesa veloce (mai dimenticarsi che qui gli shop chiudono alle 17) e via a condividere la cena al Perth City YHA, accogliente e variegato.

La mattinata successiva comincia alle ore 6 col ritiro della nostra super utilitaria che ci scorrazzerà sulla Great Ocean Road per i prossimi dieci giorni. L’itinerario un po’ previsto e un po’ improvvisato ci porta a Nord di Perth. Prima tappa a una cinquantina di km è Yanchep National Park , ingresso 13 AUD per veicolo.   Questo enorme e verde Parco Nazionale si trova rappresenta una delle scelte preferite dai “locals” per trascorrere una giornata in totale relax. C’è chi passeggia, chi visita le colonie di marsupiali e chi si dedica al secondo sport nazionale , ovvero il barbecue. Noi però optiamo per la prima colazione al Coffee Shop, delizioso localino pieno zeppo di tortine e marmellatine appena fatte. Ci addentriamo poi nel parco e scopriamo subito di adorarlo : in qualsiasi punto si  puo’ avere un incontro ravvicinato con i suoi animali, stai camminando spensierato in un sentiero a caso e un canguro esce dal cespuglio e ti saltella davanti. Altri due passi e intravedi un’echidna tra i cespugli mentre un enorme pappagallo  ti sorvola. Insomma, uno spettacolo della natura e , su tutti, i simpaticissimi  koala che sonnecchiano abbracciati agli eucalipti. Certo sono in alto e piuttosto lontani, occorre aver pazienza che scendano per fare pipì ma ci consideriamo fortunatissime ad essere qui : il  Parco Nazionale di Yanchep è l’unico posto in WA dove è  possibile ammirare i koala (ah il nome deriva dall’aborigeno “non beve”). Qui le ore passano velocissime, vorremmo fermarci di più tra laghetti e boschi ma ci aspetta la prossima tappa, rigorosamente prevista per il tramonto. Pinnacle desert si trova ell’Outback Australiano, a circa 200 km nord di Perth, un luogo fantastico e surreale costituito da primordiali strutture fossili che si ergono dalla terra anche per alcuni metri, stagliandosi tra la sabbia gialla nel mezzo del deserto. Sono migliaia di antiche formazioni calcaree composte proncipalmente da conchiglie e  modellate dal vento e dal tempo. Il pinnacle desert si trova all’interno del Nambung National Park, a due passi dalla spettacolare costa del WA bagnata dall’Oceano Indiano (meraviglia di cui parleremo tra poco). Il pinnacle desert nella cultura aborigena era un luogo riservato alle donne che qui si riunivano qui per partorire e per celebrare riti sacri.  Arriviamo qui dopo una paio di ore di guida sull’unica strada che attraversa il bush e in perfetto orario col tramonto che sta per arrivare . Una strada di sabbia gialla si snoda per il pinnacle desert, si può girare a piedi o con la macchina. Noi abbiamo percorso la strada molto lentamente fermandoci nei punti piu caratteristici mentre tutti intorno si colora d’oro. Siamo praticamente solo noi e i pinnacoli, una meraviglia. Soddisfatte che più non si può, ci rimettiamo in strada, stando ben attente a non investire canguri (purtroppo a bordo strada sono diverse le carcasse) e ci dirigiamo verso Cervantes, al Pinnacle Motel, un’oasi confortevole con bel ristorante. Sia ben chiaro che qui siamo in mezzo al nulla e occorre stare ben attenti ad avere taniche di benzina a disposizione, acqua e cibo se si prosegue verso noi. Ci organizziamo a il mattino ripartiamo : nei due giorni successivi ci aspettano immense spiagge bianche deserte e mare verde sconfinato, l’Oceano Indiano. Lancelin, Jurien Bay , Dynamite Bay. Piccolissimi centri cittadini dove, va da sé, si mangia ottimo pesce (lobster in primis) e morbide dune bianche al di là delle quali si allungano chilometri di spiagge lambite da mare tiepido. Qui è il regno dello skydive e delle immersioni ma il tempo è tiranno; la prima settimana abbondante d’Australia  se n’è andata e a malincuore ripercorriamo la strada verso Perth, fermandoci al Kangaroo point dove, dopo una breve passeggiata nel bush verso la spiaggia, incontriamo intere famiglie di canguri in totale liberta: non crediamo ai nostri occhi.  Siamo al 31 dicembre e allo scoccar della mezzanotte arriviamo nel vecchio carcere di Fremantle ora adibito a ostello, il Prison YHA. La cittadina è ordinata ed Europea ma, tranne la via centrale dei locali, abbastanza deserta. Brindisi e poche ore di sonno e all’alba siamo nuovamente pronte per il Ferry che ci porta a Rottnest Island, l'isola del mitico quokka .....TO BE CONTINUED....

 

 

                                                                                                                            

  

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